Natale 2020
Se non speri l’insperabile, non lo troverai
Eraclito
Viviamo nell’incertezza di un tempo sospeso. Angosciati per il presente e per il futuro. Abbiamo sperimentato la nostra fragilità, la nostra precarietà, abbiamo perso routine e abitudini che ritenevamo immodificabili.
Ci siamo scoperti incapaci di trovare risposte e soluzioni definitive ad una complessa sfida in cui tutto è, nel bene e nel male, tessuto insieme, interconnesso, globalizzato. Tutti così connessi ma, paradossalmente tutti così isolati!
L’isolamento, la paura, il crollo di ogni certezza ci hanno costretti a ricercare il senso di ogni cosa, delle nostre vite, dei nostri legami.
In modo molto doloroso la pandemia ci ha rivelato chi eravamo. Ma ci ha permesso anche di intravedere chi potremmo essere. Questo è, infatti, un tempo di passaggio tra un passato che si è rivelato critico e contraddittorio, un presente inquietante che destruttura ogni nostra certezza, e un futuro in cui avremo la possibilità di costruire una società migliore. Ma solo se avremo imparato la lezione e se avremo vissuto questo tempo buio come vera esperienza trasformativa!
Quale dunque la lezione? Siamo riusciti a intercettare i segnali di una possibile trasformazione? Che cosa questa pandemia ha ridestato in ciascuno di noi? In che mondo vivremo?
Siamo tutti interdipendenti e responsabili nei confronti della comunità umana. I nostri comportamenti condizionano i destini altrui. Dobbiamo cominciare a pensare al “noi” piuttosto che all’”io”.
La pandemia ci ha fatto scoprire che, al di là delle tecnologie e delle infrastrutture, è il potenziale di solidarietà, responsabilità e coraggio che è in ciascuno di noi, che ci permette di affrontare le nostre fragilità e di creare società coese e resilienti.
Allora auguro un Natale che segni in ciascuno di noi la rinascita della speranza in un mondo più umano da ricostruire insieme.
“La speranza […] è una costruzione. Non è una collezione di buoni sentimenti […]. Non sfugge alla prova della realtà, ma richiede di coltivare un saper fare, un saper vivere, un saper pensare, insieme alla capacità di mediare e di risolvere i conflitti che inevitabilmente insorgono.”
(C. Giaccardi, M. Magatti, Nella fine è l’inizio. In che mondo vivremo, il Mulino, Bologna 2020).